
Virgo fa parte dell’Osservatorio Gravitazionale Europeo (Ego), cui l’Italia partecipa con l’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare(Infn), e nella sua versione potenziata riesce a osservare un volume di universo dieci volte maggiore rispetto alla sua versione precedente. Con i due rivelatori di Ligo (Laser Interferometer Gravitational-Wave Observatory), che si trovano a Livingston (Louisiana) e a Hanford (Stato di Washington), Virgo forma un potentissimo triangolo che funziona come un unico rivelatore e che per la prima volta permette di identificare, oltre al segnale, la regione del cielo da cui proviene: è l’inizio di una nuova astronomia.
Avere uno strumento del genere “è una grandissima soddisfazione”, ha osservato il coordinatore del progetto Advanced Virgo, Giovanni Losurdo. “Se c’è un segnale, lavorando in tre è possibile ricostruirne la direzione”. I tre rivelatori continueranno a funzionare fino al 25 agosto, quando è prevista una fase di manutenzione e potenziamento della durata di circa un anno. La speranza è che in questi 25 giorni di attività si riesca a osservare un evento: “speriamo di avere fortuna”.
Un’altra speranza è che alla fine si decida di tenere i rivelatori di Ligo accesi più a lungo. Ambiziosi anche i programmi per il futuro: nei prossimi anni ai tre rivelatori oggi attivi potrebbe aggiungersi uno strumento giapponese in fase avanzata di costruzione e che forse potrebbe entrare in attività intorno al 2019, e un rivelatore indiano il cui progetto è stato approvato dal governo e che la cui costruzione potrebbe essere completata nel 2024.
